compagnia la nuova

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Gabriele Mancini, è nato a Ortezzano il 26 dicembre 1958. Fin da quando decise di aderire all’iniziativa della prima compagnia teatrale di Belmonte, Il Ricreatorio, aveva dentro di se il fuoco di colui che sente la necessità di dover dire la sua e non sa da dove cominciare.  Anche se la compagnia, dove si faceva già notare per sue inconfutabili doti di mattatore, portava sulle scene commedie scritte da altri (e per questo rappresentate da tantissime altre compagnie), un suo pezzo, per la verità, lo aveva già (Li parendi de Roma), ma pensando di non essere  forse all’altezza quale autore, decise di  tenerlo per un po’ nei cassetti. Quando credette finalmente di poterlo tirar fuori, per la lettura assieme ai sui compagni di prove, non disse nemmeno chi lo aveva scritto: e fu la mossa giusta! Coloro che si arrogavano il diritto del giudizio critico furono subito colpiti dalla brillantezza e dall’originalità di quel pezzo di autore anonimo: mai lo avrebbero accreditato a Gabriele. Non lo ritenevano forse capace di tanto, e mai, forse, lo avrebbero fatto passare se avessero saputo che l’autore e Gabriele erano la stessa persona! Il suo nome, con qualche scena esilarante di incredulità, aggiunta a grande sorpresa di tutti (Impossibile! Non può essere! Da non credere! Ecc.), venne fuori, per esigenze tecniche, qualche tempo dopo, ma oramai la preparazione era partita ed erano stati presi anche degli impegni e nessuno lo poteva quindi più mettere in discussione! Con questa prima commedia dialettale, tra le più sorprendenti, esilaranti e ben congegnate, Gabriele si afferma subito come uno dei più arguti osservatori degli usi e dei costumi,  del folclore e dei sentimenti, di quella popolazione dell’entroterra fermano da lui così bene conosciuta. Avendo inoltre imparato a capire, con la frequenza del palcoscenico, la psicologia del pubblico, comprende subito quali sono i tasti da toccare per infiammare lo spettatore: ed è successo. Con la scusa di far ridere e di dare spensieratezza, i suoi testi riportano in superficie le umili e dimenticate (ma fondamentali per l’avanzare della modernità) storie dei nostri avi. Un esempio per tutte lo desumiamo dalla superba ricostruzione che avviene in ogni quadro della commedia “Li sordi fa ji l’acqua per-nenzù”. Qui l’autore, in una serie impressionante di sequenze liriche, ed insieme esilaranti, è capace di portare sulla scena, con estrema leggerezza, situazioni realmente accadute ma oramai irrimediabilmente ed inesorabilmente rimosse! Il personaggio de “LU RMASTU” chi lo ricordava più? Per i più giovani, anzi, è una vera e propria scoperta! Qui l’autore, portandolo alla ribalta, riesce ad imporre il ricordo di questo umile, tenero e bistrattato componente della famiglia contadina patriarcale di una volta.  E’ capace addirittura di farlo  penetrare con forza, e suscitando emozioni fortissime,  nei cuori del pubblico.
Quando, dalle ceneri di quella precedente, nasce la nuova compagnia teatrale (alla quale, guarda caso, viene messo il nome di LA NUOVA) Gabriele Mancini ha pronta la sua nuova creatura: “LU MEDUCU DE PAESE”. In essa, altre al ruolo del personaggio chiave, assume anche quel ruolo di regista che non lascerà più. Oramai, sulle ali dell’entusiasmo dei successi della compagnia, Gabriele diventa un vulcano di idee e di situazioni. Approfittando, di solito, delle soste annuali che si concede per le vacanze curative, ma soprattutto di riposo, in quel di Fiuggi, riesce a scrivere, per la sua compagnia, alcune delle più belle pagine che la commedia dialettale marchigiana ricordi. In rapida successione scrive, prepara per le scene e le fa circuitare (arricchendole con le sue indimenticabili interpretazioni): “LI SORDI FA JI L’ACQUA PER-NENZU’” e “QUELLO CHE SE FA... SE RTROA!” Anche questi si rivelano testi di grandissima presa, tanto che la compagnia è impegnata, su tutti e due i fronti, da oltre quattro anni. Nel frattempo Gabriele non dorme  certamente sugli allori e, sempre nei momenti di massimo relax, è capace di confezionare addirittura altre due commedie: “CHI E’ PIU’ LESTI SE LA GUADAGNA!” (che sarà presto messa in preparazione per la stagione teatrale 2009) e  “MORTU UN PAPA....SE NE FA ‘N ATRU!”  C’è da aggiungere che tantissimi sono stati i premi assegnati in questi anni ai testi di Gabriele Mancini in quelle rassegne o festival che lo prevedevano, ma anche che, grazie proprio a questi testi, è potuta emergere la compagnia teatrale di un minuscolo paese che si è fatta conoscere in tutta la Regione Marche, e non solo. Questi testi hanno permesso alla compagnia LA NUOVA di vincere svariati premi anche nei settori riservati agli interpreti, oltre a conquistarne, numerosi, tra quelli assegnati direttamente dal pubblico.

Oggi, Gabriele Mancini, è uno dei pochissimi autori marchigiani di successo.
Un successo attribuitogli direttamente dal suopubblico, che tanto lo ama,
in decine e decine di teatri e di piazze delle Marche e d’Italia!

Giuseppe Mariucci
Presidente del Comitato Provinciale A.P.
Federazione Italiana Teatro Amatori

 
     

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